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TURISMO ED ECONOMIA DI RETE

La molteplicità di imprese attive nel settore turistico rappresenta certamente un valore aggiunto del turismo valdostano, sia in termini di varietà dell’offerta che di personalizzazione della stessa, ma allo stesso tempo rappresenta anche un indice di fragilità del comparto, vulnerabile alle fluttuazioni di mercato e non provvisto degli strumenti (finanziari e organizzativi) per la condivisione di una visione strategica e per il raggiungimento di obiettivi condivisi. Il turismo valdostano va valorizzato e rafforzato per permettere alle imprese di crescere e stabilizzarsi, e soprattutto per garantire ai lavoratori una migliore e più stabile occupazione.

Serve uno sforzo per la promozione di forme di azione collettiva e di cooperazione:

- tra i rappresentanti di categoria e tra le istituzioni, al fine di favorire lo sviluppo di una strategia condivisa basata sul coordinamento tra gli uffici del turismo (e in generale il settore pubblico)
- tra gli operatori del settore, per un più efficiente impiego delle risorse (da destinare ad esempio a iniziative congiunte di marketing, a pacchetti promozionali, a iniziative condivise come fiere, notti bianche, ecc.).

Occorre quindi sviluppare e promuovere forme di cooperazione tra le imprese del settore (per dividere i costi, per operare congiuntamente e strategicamente sul mercato, per aumentare la capacità di investimento e di stabilizzazione dei lavoratori, per sviluppare nuove funzioni e competenze condivise) e di collaborazione tra livelli istituzionali (per una normativa più coerente e per la promozione e il rafforzamento di forme di associazionismo e rappresentanza che sappiano dare risposte unitarie a problemi simili). 

Per questo pare necessario incentivare e promuovere gli strumenti di messa in rete delle realtà economiche, a seconda del grado di necessità effettiva degli operatori: consorzi, cooperative, contratti di rete e forme di aggregazione di impresa sono strumenti che garantirebbero un aumento delle esternalità positive sul territorio, derivanti da una maggiore capacità di spesa e dalla possibilità di allargare il campo della visione strategica del comparto. 

Andrebbero poi rafforzate le rappresentanze dei lavoratori del settore, creando così gli strumenti per un coinvolgimento effettivo dei lavoratori impegnati nel turismo. A questo proposito occorre integrare gli strumenti di sostegno al reddito dei lavoratori prevedendo forme di continuità reddituale per i lavoratori stagionali specifiche per la realtà valdostana, da associare a specifici programmi di formazione e riqualificazione per un potenziamento delle competenze dei lavoratori. 

LE IMPRESE IN CRISI? AI LAVORATORI!

È necessario implementare specifici strumenti per mantenere sul territorio l’occupazione e le competenze in caso di crisi aziendali che comportino la chiusura o la delocalizzazione dell’impresa, aumentando il potere dei lavoratori nella gestione e nel controllo delle dinamiche economiche. Per questo occorre mettere a punto una legge regionale sul recupero di impresa da parte dei lavoratori (workers buyout), a partire da quanto previsto dalla legge Marcora 49/85, per la gestione sul territorio valdostano dei fondi statali a supporto delle operazioni per la riconversione cooperativa delle aziende in fallimento e la loro eventuale integrazione tramite programmi specifici. 

La possibilità di esercitare il diritto di prelazione e valutare il recupero dell’impresa da parte dei lavoratori deve essere valutata in ogni procedura fallimentare con il supporto di uno specifico comitato tecnico, e l’opportunità dell’accesso ai fondi per la riconversione deve entrare a far parte delle procedure standard di gestione di ogni crisi aziendale, con lo sviluppo di strumenti di supporto, strutturati su più livelli e in coordinamento tra le varie istituzioni, per il processo di riconversione cooperativa (supporto nelle fasi iniziali di valutazione, supporto per la stesura di un business plan, sostegno nelle fasi di acquisto, supporto per la formazione e riqualificazione dei lavoratori). 

PER UN'ECONOMIA CIRCOLARE E SOSTENIBILE

Occorre promuovere una legge regionale per la promozione dei parchi eco-industriali (per un’economia circolare e sostenibile). Parte dei problemi ambientali dipende dal consumo e stoccaggio dei materiali di risulta dei processi produttivi: molti output delle imprese finiscono col diventare rifiuti, eliminati dal ciclo produttivo. I parchi eco-industriali si basano su tre principi: la minimizzazione dell'utilizzo di energia, l'uso di sottoprodotti dei processi industriali come materia prima e lo sviluppo di un sistema economico resiliente

Il tessuto economico valdostano è composto prevalentemente da piccole e piccolissime imprese, spesso non integrate tra loro: la promozione di reti di scambio sostenibile tra imprese garantirebbe una strategia volta al potenziamento del settore industriale tramite lo sviluppo di veri e propri cluster specializzati nell’economia circolare e, contemporaneamente, alla riconversione ecologica dello stesso. 

Inoltre la Valle d'Aosta non conosce un settore manifatturiero in grado di trainare lo sviluppo di un indotto locale. L'approccio del parco eco-industriale potrebbe rappresentare una forma di valorizzazione e potenziamento del settore industriale valdostano. Tra i vantaggi potenziali vi sarebbero la riduzione del volume complessivo di rifiuti prodotti, la maggiore efficienza derivante dalla razionalizzazione nello sfruttamento delle risorse, i maggiori vantaggi competitivi legati all'utilizzo dei sottoprodotti in un circuito a km zero, con conseguente risparmio sui costi di trasporto e di smaltimento dei rifiuti, le potenzialità innovative in termini di processo e di prodotto, la crescita di capacità produttiva e di investimento e la creazione di nuova occupazione, oltre che le opportunità di connessione dell'area eco-industriale con il mondo urbano dei servizi, della ricerca e dell'università e il marketing territoriale dei prodotti del parco eco-industriali.

Sono due, in Valle d'Aosta, le aree su cui si potrebbe concentrare l’attenzione: i parchi industriali di Aosta e Pont-Saint-Martin. Le Pépinières d'entreprises avrebbero il compito di coordinare la regia dei processi aggregativi e di rete, promuovendo lo sviluppo di un centro dedicato alle start-up innovative specializzate proprio nel settore dei sistemi di efficientamento energetico, design industriale, recupero e riutilizzo dei materiali

SETTORI INNOVATIVI, INVESTIMENTI, UNIVERSITA'

Un settore economico dinamico e moderno dovrebbe dedicarsi alla promozione dell’insediamento di settori ad alta intensità energetica e a basso impatto ambientale in grado di occupare forza lavoro altamente qualificata (informatica, hi-tech, web, clouding, data center), lavorando all'integrazione sistemica tra queste realtà produttive e il settore dell’alta formazione regionale, favorendo inoltre il ruolo pubblico di Cva in quanto gestore di una risorsa fondamentale per lo sviluppo di scelte industriali con importanti risvolti qualitativi e quantitativi sull'occupazione valdostana.

Per questo occorre riattivare gli investimenti pubblici, che devono essere mirati e condizionati al raggiungimento di obiettivi precisi, guidati da un piano industriale di medio-lungo periodo. 

Complementare allo sviluppo di un'economia moderna e inclusiva è la promozione di un'università generalista legata al rilancio Aosta e allo sviluppo di reti di ricerca e sviluppo con le realtà innovative regionali e extra-regionali. L’università è un nodo cruciale, se pensata come modello per il rilancio della composizione sociale e delle competenze diffuse sul territorio. Un’università in grado di attrarre grandi numeri di studenti (discipline generaliste, ma anche settori ad alto ritorno di investimento), e non piccole nicchie, potrebbe avere un impatto sulla città di Aosta significativo e vivacizzare il tessuto sociale, comportando un flusso e una circolazione di conoscenze potenzialmente attivabili per la crescita locale. È importante, quindi, pensare anche alla connessione dell’università con il mondo delle imprese e conle  strutture di ricerca regionali e extra-regionali.
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