La creatività non è mai mancata, peccato che la ricetta sia sempre risultata incompleta, fin troppo ludica e incapace di riflettere pienamente le potenzialità del duo.
Il nuovo "Hang" prende le mosse da entrambi gli album, scremandone e limandone le asperità: c'è l'esuberanza multi-genere del secondo, ma concentrata in una più pratica e focalizzata tracklist (nove pezzi contro ventiquattro); c'è l'approccio anni Settanta del primo, ma nobilitato da una produzione curatissima, per nulla lo-fi, per un piccolo gioiellino baroque pop arrangiato e orchestrato (da una vera orchestra di quaranta elementi) alla perfezione.
Tra i brani che spiccano, "On Lankershim" è quello che preferisco. C'è questa introduzione country-pop che sa di Fleetwood Mac, mentre il brano evolve tra gonfi arrangiamenti chamber (viene da pensare agli ELO) e ammiccamenti glam (tra David Bowie e Todd Rundgren), tutto sospinto da quel vivacissimo ostinato di piano.
Poi c'è la stupenda "Follow the Leader", dove France canta con il suo classico timbro alla Mick Jagger su un sincopato groove black che sorregge un fiorire di archi e fiati magicamente philly soul (Harold Melvin, The O'Jays, The Spinners), per un brano che sembra uscito dritto dritto dagli anni Settanta.
Il "rischio" è che questa volta i Foxygen abbiano prodotto un album dotato di capo e coda, senza andare a gonfiare un quaderno degli appunti già sufficientemente carico.
Grande! Stanno risucchiando anche me. Artigianato pop di gran classe. Gran gruppo
RispondiEliminaOttimo, aspetto di leggerti di là allora ;)
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