Cerca nel blog

[BEST OF] : Il mio 2019 in 20 album

classifica album musica 2019 matteo castello
L'anno dell'Italia, per quel che mi riguarda. Liberato, Mahmood Livio Cori sono i tre nomi che hanno portato alla ribalta una scena nazionale stanca e logora (due di loro partecipando addirittura al Festival di Sanremo, uno degli eventi più stanchi e logori della musica italiana), ma ora più in forma che mai. Verrebbe da dire, riflettendo sul pessimo clima politico e culturale, che quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare: possibile risposta psicologica a tempi sempre più sfidanti, dove non basta più rievocare un passato rassicurante per stare sicuri, ma si è costretti a una messa sotto sforzo costante.

Per il resto le classifiche internazionali concordano (nel senso che facilmente troverete questi nomi nelle varie Top10) su Billie Eilish, Lana Del Rey, Nick Cave, FKA twigs, Tyler, the Creator, Fontaines DC, Weyes Blood, Angel Olsen, Big Thief, Purple Mountains. Nomi che combaciano solo in parte con le mie preferenze, che sono il frutto di un consolidato micro-cosmo di fonti selezionate negli anni, di amicizie virtuali derivanti perlopiù dalla scuderia di Storiadellamusica, oltre che da una curiosità che non sembra - fortunatamente - volersi affievolire.


Ecco la classifica dei miei 10 dischi dell'anno:

liberato migliori album musica 2019
1) Liberato / Liberato (autoproduzione)
Il calderone stilistico messo in campo da Liberato è impressionante, come lo è la capacità di ibridazione e manipolazione, tutta tesa a evitare la giustapposizione meccanica di suoni di tendenza e recuperi furbetti. La creatura è genuina, innovativa, nuova. Si legano deep house, trap, alternative r&b, neomelodico, art pop future bass in un universo policromo unito da un formato canzone dolciastro e ammiccante, leggero (indie?) ma coinvolgente. A fare da compendio al carioca sonoro, l'aspetto linguistico: le parole scorrono in una babele dove sì, domina il dialetto, ma imbastardito con catch-all terms in inglese, inserti in italiano e improvvisate furbamente ispaniche, come a voler ribadire che il mondo entra anche nei contesti più locali, in un'abiura del campanilismo manifesta anche nel rifiuto di completare la dichiarazione identitaria in "Niente" ("So' fatto accussì so' parteno..."). Un notevole esemplare meta-sonoro e meta-testuale che vortica attorno a un perno melodico curatissimo, di rara eleganza e intelligenza. Il miglior progetto italiano degli ultimi decenni.

adamlar migliori album musica 2019
2) Adamlar / Dünya günlükleri (Garaj Müzik)
Da qualche anno si fa strada l'anatolian rock: sia grazie a band che esportano le sonorità turche in Europa (penso agli Altın Gün, di Amsterdam, o a Umut Adan, attualmente in Italia), ma soprattutto grazie all'accessibilità con cui si possono raggiungere le realtà stanziate perlopiù a Istanbul. Gli Adamlar sono allora un'eccellente punto di partenza per scoprire la tradizione pop-rock anatolica e le sue recenti evoluzioni: la bellezza delle linee vocali mediorientali di Tolga Akdoğan unite a un chitarrismo superbo (merito del bravissimo Gürhan Öğütücü), fatto di fraseggi arditi e rifiniti, offre uno scenario cui è difficile resistere (vi basti ascoltare la splendida "Hikaye" per entrare nel mood del disco). La modernità delle tessiture di brani come "Yoruldum", con i suoi fini arrangiamenti elettronici su cui tremolano le eleganti chitarre elettriche di AkdoğanÖğütücü (destinate a farsi sempre più infuocate), il vigore alternative rock di "Mavi Ekran" e "Benden Bana", le intense e sinuose ballate "Derine indik" e "Adını başkasının koyduğu çocuklar", il rock atmosferico e vaporoso di "Sarılırım birine": tutto conferma lo status di capolavoro di questo album. E ora non rimane che scavare in questa scena così stimolante.

tyler the creator migliori album musica 2019
3) Tyler, the Creator / Igor (Columbia)
Uno degli album più creativi e fantasiosi dell'anno, dove Tyler si abbandona a un lungo flusso di coscienza sampledelico di synth-funk, hip-hop sperimentale, soul e r&b alternativo colorato, imbastardito, eccentrico e carico. A partire dall'incredibile attacco di "Igor's Theme", la scaletta è un continuo esercizio di superamento di limiti autoimposti, senza soluzione di continuità, tanto da sembrare un unico lungo brano infinitamente variato, tra r&b fittissimo di interpolazioni, ganci melodici, densi intrecci armonici ("Earfquake"), jam sintetiche futuristiche e ardite ("Running Out of Time", "New Magic Wand", "What's Good"), turntable music glassata e psichedelica, dai sapori anni Settanta ("A Boy Is a Gun", con quel sample ossessivo tratto da "Bound" dei  Ponderosa Twins Plus One, "Are We Still Friends?", costruita su frammenti di "Dream" di Al Green), lunghe e giocose suite plastiche e ingegnose, dove le continue manipolazioni elettroniche diventano parte di un gioco di mash-up radicale ("Gone, Gone / Thank You"), profumate glasse electro-soul ("I Don't Love You Anymore"). Un album tanto carico di idee e di dissacrante attitudine creativa, eppure così a fuoco nei suoi intenti, non si sentiva da tempo: il fantasista Tyler Gregory Okonma si è conquistato un posto di spicco nella musica degli anni Dieci.

caroline polachek migliori album musica 2019
4) Caroline Polachek / Pang (Columbia)
Se con i Chairlift la Polachek aveva dato vita ad alcuni dei più creativi episodi del pop contemporaneo (in particolare con Moth, 2016), con il suo esordio solista l'artista statunitense si prende tempo e respiro per una visione che rappresenta una rilettura personalissima di quanto fatto nel passato (a partire dal grande lavoro vocale, che in questo album è al centro della scena). Il sound è come rarefatto e poi, subito, rappreso (si pensi a "Pang", tutta un taglia e cuci di elementi timbrici e melodici, di armonie fumiganti, per non parlare del beat sommesso e friabile, o alla splendida "Hit Me Were It Hurts", saliscendi di pieni e vuoti, in un progressivo infittirsi delle trame armoniche e dei sample vocali, o ancora a "Ocean of Tears", sapientemente costruita intorno a grumi ritmici e timbrici che deflagrano a più riprese). La sintassi è spezzettata, decostruita e poi riassemblata con grandissima eleganza (come in "I Give Up", che procede a singhiozzo per strutturarsi nel densissimo ritornello, o in "Door", che procede limpida tra reticoli sonici pasticciati e fluidi, e però incredibilmente efficaci nel dar colore alla velatura sintetica del refrain). Il livello della composizione e il coraggio visionario in sede di arrangiamento è da lasciare sbalorditi (è il caso di "New Normal", tra cenni country, glitch, electro, o di "Hey Big Eyes", ballata chamber/folktronica di straordinario equilibrio e grazia, di "So Hot You're Hurting My Feelings", spigliato synthpop anni Ottanta con un tocco arty alla Kate Bush). Nell'avanguardia, tuttavia, le linee melodiche sono sempre dotate di una grande pulizia ("Look at Me Now", "Go As a Dream"), ulteriore segno di padronanza di un linguaggio più che maturo. Una forma di cantautorato elettronico unica nel suo genere.

fka twigs migliori album musica 2019
5) FKA twigs / Magdalene (Young Turks)
Su Tahliah Barnett si va sempre sul sicuro: il suo approccio genre bending è sempre iconoclasta e iper-estetico. La Barnett disgrega forme convenzionali (a partire dal suo corpo, distorto e parodizzato in video e copertine), decostruisce idiomi caratteristici (uno su tutti l'r&b) e plasma tutto secondo un'apparentemente istintiva predilezione per un gusto elegante e sofisticato. Questa volta la ricerca di un'immediatezza maggiore si nota sia in pezzi più legati alla Uk bass ("Holy Terrain"), sia in brani che riecheggiano la Lana Del Rey più sperimentale (la ballata pianistica dall'andamento imprevedibile e disturbato "Home With You", o l'incredibile e cristallina "Cellophane", dove il gioco sulle piccole imperfezioni e increspature di suono e voce vanno a tutto vantaggio di un maggiore fascino della composizione). Non mancano però momenti di grande radicalità: "Mary Magdalene" è una meravigliosa caramella astratta e arty, "Fallen Alien" è sinistra e industriale (vicinissima a quanto fatto da SOPHIE), "Mirrored Heart" è dolce nebulosa sonora che si addensa pian piano, unendo in perfetto equilibrio i continui mutamenti di stato cui è sottoposto il brano. Insomma, FKA twigs si conferma un peso massimo.

sakanaction migliori album musica 2019
6) サカナクション [Sakanaction] / 834.194 (Victor)
I Sakanaction, istituzione giapponese attiva dal 2005 sul fronte di una fusione tra indie rock e elettronica, consegna al 2019 il suo lavoro definitivo: monolitico doppio album di electropop dalle movenze funky e dance, 834.194 consacra il sound della band grazie a una scaletta irresistibilmente fitta e creativa. Le chitarre a strascico sulla base calorosamente funk di マッチとピーナッツ ("Matchi to pīnattsu"), l'electropop scintillante ed elaborato  di 陽炎 ("Kagerō") e 多分、風 ("Tabun,-fū"), che ricordano tanto i Cut Copy quanto i Friendly Fires, l'ibridazione synth-rock di 新宝島 ("Shin takarajima"), l'eleganza fusion di 「聴きたかったダンスミュージック、リキッドルームに」 ("Kikitakatta dansumyūjikku, rikiddorūmu ni"): tutto trasuda energia, ricerca, fine manipolazione sonora e sapienza compositiva. E il secondo disco non è certo da meno, approfondendo anzi il lato pop (グッドバイ - "Guddobai" e 茶柱 - "Chabashira") e regalando perle nu-disco (ユリイカ - "Yuriika"), schegge rock (ワンダーランド - "Wandārando") e ingegnosi meccanismi electro (さよならはエモーション - "Sayonara wa emōshon"). Vale la pena un giro di prova su questa giostra: sarà difficile scendere.

little simz best music album of 2019
7) Little Simz / Grey Area (Age 101)
Impegnata da diversi anni nell'ibridazione tra Uk hip hop, grime e r&b, Simbi Ajikawo giunge con Grey Area a un ragguardevole aumento del focus della sua proposta: la formula si fa più densa e al contempo ricca e varia, per una sorta di trip hop aggiornato agli anni Dieci. L'attacco di "Offence", con i suoi sample affastellati a condire lo scenario sonoro, è da urlo, così come brani accesi e impattanti del calibro di "Boss" (l'irrompere del synth sul finale è qualcosa di davvero eccezionale) e "Venom" (raffigurazione di disagio e autoaffermazione, pezzo serrato e dark, figlio diretto della cultura Uk bass), per non parlare del raffinato r&b di "Selfish", glassato e ammiccante, e del grime quadrato di "Pressure", col suo flow sciolto e fluido. Un lavoro scuro e urgente, piccolo gioiellino dell'underground londinese.

mdou moctar best music album of 2019
8) Mdou Moctar / Ilana: The Creator (Sahel)
Tra i dischi chitarristici più appassionanti dell'anno c'è, dopo quello dei turchi Adamlar, il quinto lavoro di Mdou Moctar, 32enne del Niger, che ha abbracciato la vita da musicista a discapito dell'ostilità di una famiglia fortemente religiosa, godendo di un periodo di attenzione verso i suoni del cosiddetto "blues del deserto". Il genere Tishoumaren acquista popolarità in occidente grazie a realtà come Tinariwen, Bombino, Group Doueh (bellissima la collaborazione con i francesi Cheveu) e, appunto, il nostro Mahamadou Souleymane. Le sue sono jam infuocate dove la chitarra è protagonista assoluta, sporca e granulosa ("Tarhatazed"), heavy ("Asshet Akal"), classica e blues ("Inizgam"), sinuosa e sensuale ("Kamane Tarhanin", "Anna", "Tumastin"), il tutto entro una cornice di psichedelia contaminatissima, e una sezione ritmica splendidamente ibrida, tra percussioni tribali e patterns rock. Abbiamo qui l'album definitivo di uno dei più grandi rocker del deserto.

kelsey lu best music album of 2019
9) Kelsey Lu / Blood (Columbia)
Un'elegante fusione tra pop da camera, arrangiato secondo il gusto sofisticato e pastorale della violoncellista Kelsey McJunkins, che si divide tra aggraziate composizioni baroque pop ("Rebel"), folk pastorale e psichedelico ("Pushin Against the Wind"), bozzetti di etereo chamber pop ambientale ("KINDRED I"), r&b elettronico dalle sapienti stratificazioni sonore (le movenze alternative di "Due West" e della spettacolare "Foreign Car", l'ibridazione arty della notevole progressione melodica e armonica di "Atlantic", che mette insieme Solange e Shelleyan Orphan) e sperimentazioni astrattiste dal grande fascino ("Why Knock for You", "Down2Ride"). Chiamatela ancora urban music, se avete coraggio.

mahmood best music album of 2019
10) Mahmood / Gioventù bruciata (Island)
Il disco di Alessandro Mahmood fa quello che deve fare un buon disco di pop contemporaneo: giocare con i suoni e gli impasti cromatici ("Il Nilo nel Naviglio"), con contaminazioni etniche e elettroniche, oltre che con una scrittura creativa e originale ("Soldi", "Gioventù bruciata", "Remo"), con una gestione intelligente dei momenti più pop ("Uramaki" e quel suo drop massiccio), passando per una poetica sottile e malinconica ("Asia Occidente", peraltro capace di un trattamento del sound davvero sopraffino). Sperando non sia solo una meteora, ci teniamo ben stretto uno dei migliori album italiani partorito da un po' di tempo a questa parte.

...e gli altri 10:

11) KHAYAT / Khmil'
12) Lana Del Rey / Norman Fucking Rockwell!
13) Suchmos / The Anymal 
14) The Comet Is Coming / Trust in the Lifeforce of the Deep Mystery
15) Livio Cori / Montecalvario (Core senza paura)
16) Rosie Lowe / YU
17) Bilderbuch / Vernissage My Heart
18) Fisz Emade Tworzywo / Radar
19) Jamila Woods / Legacy! Legacy!
20) Lankum / The Livelong Day
Share:

0 commenti:

Posta un commento

Commenta e di' la tua. Grazie!